Fashion film: non semplici spot, ma opere che contaminano cultura, estetica e storytelling visivo.
La moda, da sempre legata all’arte e alla cultura, negli ultimi anni ha trovato nel cinema e nel videomaking un alleato privilegiato. Le fashion campaign più memorabili non si limitano a promuovere un prodotto: diventano veri e propri “fashion film”, capaci di influenzare linguaggi visivi, estetiche e immaginari collettivi. In questo articolo analizziamo due casi iconici: lo spot “Kenzo World” diretto da Spike Jonze e la campagna “Exquisite Gucci” firmata da Alessandro Michele. Due esempi che mostrano come il connubio moda e cinema sappia ancora oggi sorprendere, dividere e affascinare.


Kenzo World: lo spot che ha cambiato le regole
Nel 2016 il regista Spike Jonze, già noto per videoclip e film dal linguaggio innovativo, firma la campagna Kenzo World.
Un cortometraggio pubblicitario che rompe ogni regola del fashion advertising tradizionale. Protagonista è Margaret Qualley – oggi celebrata anche per il film “The Substance” – che abbandona una cena di gala e si lascia trasportare da una danza frenetica sulle note di Mutant Brain (Sam Spiegel & Ape Drums).
Movimenti incontrollati, energia catartica, regia dinamica e montaggio serrato portano lo spettatore in un crescendo surreale, fino al simbolico tuffo attraverso un enorme occhio floreale.
Lo spot ha diviso: da una parte chi lo ha consacrato come capolavoro, dall’altra chi lo ha criticato per la totale assenza del prodotto. Ma proprio questa scelta ha reso l’opera memorabile.
Come raccontarono i direttori creativi Carol Lim e Humberto Leon, un profumo non si descrive con immagini didascaliche: si racconta attraverso un mondo, un’emozione, una storia.
Con Kenzo World il videomaking pubblicitario si è trasformato in cinema visionario, dimostrando come la moda possa parlare un linguaggio universale.
Exquisite Gucci: il dialogo con Kubrick
Un altro esempio magistrale è la campagna “Exquisite Gucci” (Autunno/Inverno 2022-23), diretta dall’allora direttore creativo Alessandro Michele, ora alla direzione di Valentino.
Realizzata insieme al duo fotografico Mert & Marcus e all’art director Christopher Simmonds, la campagna è un omaggio al genio Stanley Kubrick.
Gli abiti della collezione si inseriscono nelle scenografie iconiche di film come Barry Lyndon, Shining e 2001: Odissea nello spazio, ricostruite grazie alla collaborazione della costumista Milena Canonero, vincitrice di quattro Oscar.
Il risultato è un universo caleidoscopico, in cui passato e presente si contaminano.
Un abito da sera si trasforma in costume vittoriano, una creazione anni ’90 si fonde con l’estetica disturbante di Shining, mentre tulle e ruches invadono lo spazio siderale kubrickiano. Per Michele, gli abiti diventano “protesi immaginifiche”, strumenti narrativi che si avvicinano alla vita nuda e la amplificano, sconvolgendo e incantando allo stesso tempo.
Con Exquisite Gucci, la moda diventa cinema d’autore, capace di riattivare immaginari culturali e di reinventare il concetto stesso di collezione.
Moda e comunicazione visiva: un dialogo infinito
Perché la moda si affida al cinema? Perché il grande schermo è narrazione, identità, emozione. Il cinema dà alla moda un linguaggio universale, capace di trasformare un capo in un simbolo.
La moda, a sua volta, arricchisce il cinema di personaggi e atmosfere, offrendo agli spettatori un impatto visivo che va oltre la storia raccontata. È uno scambio reciproco: la moda amplifica il cinema, il cinema rende eterna la moda.
E in fondo, ogni giorno, quando scegliamo cosa indossare, non stiamo forse scrivendo il nostro piccolo film personale?

Let the
Chaos
Begin
Pronto a discutere
del tuo progetto?
Scopri i nostri case history o scrivici per raccontarci la tua idea.
Scopri altre storie